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Una alimentazione equilibrata è il principale determinante della forma fisica. Ma lo schema di una alimentazione equilibrata non è la stesso per tutti!

Donne e fibromialgia, quali possibilità può darci la giusta dieta?

Secondo recenti studi, la fibromialgia interessa quasi il 7% nella popolazione generale, con prevalenza nella popolazione urbana ed in quella femminile, causando effetti sia sociali che economici, con i malati spesso incapaci di lavorare. La fibromialgia (FM) è una sindrome complessa e dolorosa, di origine non articolare, caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico persistente e diffuso, generalmente associato a deterioramento cognitivo, formicolio agli arti, disturbi gastrointestinali e rigidità mattutina, oltre a sintomi non muscoloscheletrici come la sindrome da stanchezza cronica (CFS), disturbi affettivi, mal di testa da tensione, depressione, emicrania e sindrome dell’intestino irritabile, spesso mal curati a causa della difficoltà nel fare la diagnosi e nella facilità di finire “etichettati” spesso come “malati immaginari” da medici e familiari per la mancanza di eziologia specifica.

Sebbene siano stati suggeriti molti meccanismi diversi per la fisiopatologia della FM, un possibile equilibrio tra metalli pesanti e vitamine presenti nel sangue e nei tessuti umani, è una delle possibilità. Varie ricerche infatti hanno riportato che l’esposizione a Nichel, Mercurio, Cadmio e Piombo inorganici è correlata a disturbi del muscolo-scheletrico simili a quelli osservati nei pazienti con FM. Inoltre alcune persone con sintomi della FM mostrano carenze di vitamina B e D associate ad ansia e depressione nella FM. Per questo motivo vedremo insieme che numerosi studi hanno evidenziato l’effetto benefico sui sintomi della FM nel seguire una dieta sana, ricca di verdure e ricca di antiossidanti, sebbene non sia stato ancora possibile associare la FM a uno squilibrio dietetico specifico o ad una compromissione del metabolismo. Anche l’esercizio fisico -sotto forma di allenamento di resistenza- è coinvolto nel miglioramento dei sintomi della FM, poiché ha la funzione di “allenare” i mitocondri delle cellule muscolari scheletriche a stimolare la sintesi ed il rilascio di enzimi antiossidanti e di indurre il trasferimento di “mitocondri sani” dalle cellule staminali alle cellule muscolari.

 

Fibromialgia e obesità

Le cause del tipico dolore muscoloscheletrico associato alla FM sono principalmente correlate al sovrappeso, all’obesità e alle diete ricche di carboidrati. Un aumento dell’indice di massa corporea è correlato alla gravità dei sintomi della FM, anche se ancora non è chiaro se l’obesità è una causa o una conseguenza della FM. Tra i meccanismi proposti per spiegare il legame vi sono la riduzione dell’attività fisica, i disturbi del sonno e la depressione, ma in questo campo, ulteriori ricerche sono davvero necessarie.

Sebbene sia stata esplorata la possibile relazione tra il metabolismo del glucosio associato all’emicrania e la FM, ad oggi non è stata trovata alcuna associazione significativa, sebbene sia stato osservato che le donne affette da FM sono molto più sensibili al metabolismo del glucosio e producono più acido lattico durante l’esercizio muscolare, a causa di un alterato metabolismo del cosiddetto ossido nitrico, un gas prodotto naturalmente dall’organismo e che migliora l’ossigenazione dei tessuti muscolari. Pertanto una dieta ricca di alimenti vegetali in grado di aumentare la sintesi di ossido nitrico -grazie alla presenza di un suo precursore, la citrullina- come ad esempio melograno, agrumi, noci, rucola, lattuga, spinaci, anguria, possa aiutare a ridurre il dolore correlato alla FM. Al contrario, alcuni frutti e verdure ricchi di acidi chimici, come pomodori o agrumi, possono contribuire al dolore correlato alla FM. Inoltre, anche gli alimenti contenenti istamina possono contribuire al dolore FM correlato all’infiammazione. Miglioramenti nei sintomi della FM sono stati osservati in pazienti sottoposti ad una dieta ricca di zuccheri a bassa fermentazione (chiamati FODMAP) è stata testata su pazienti FM ed è stato dimostrato che essa potrebbe contribuire a prevenire il sovrappeso e l’obesità, promuovendo la perdita di peso e migliorando i sintomi FM.

Riassumendo, l’esacerbazione metabolica e del dolore muscoloscheletrico correlato alla FM, i fattori immunitario, allergico e dismetabolico lavorano insieme.

 

Fibromialgia e malnutrizione

Gli individui obesi con FM hanno spesso un basso apporto di cibi e verdure ricchi di proteine. I dati raccolti hanno dimostrato che i pazienti FM con forte dolore muscolare, hanno concentrazioni plasmatiche significativamente più basse dei tre aminoacidi ramificati -valina, leucina e isoleucina- che forniscono energia per la funzione e la forza muscolare. Anche l’assunzione di aminoacidi aromatici può essere bassa, con una relativa carenza di triptofano, la cui carenza rientra nel campo dello spettro della malnutrizione proteica.

 

Vitamine e fibromialgia

Anche la carenza di componenti nutrizionali fondamentali può suscitare o esacerbare il dolore muscoloscheletrico correlato alla FM. Alcuni pazienti potrebbero avere carenze di vitamina B12 ed hanno mostrato effetti positivi derivanti dall’integrazione di B12/acido folico.

In altri casi sono invece stati osservati  problemi muscolari sono stati associati a bassi livelli di vitamina D, che interferiscono anche con l’assorbimento di Magnesio, la cui carenza influenza la funzione muscolare. La carenza di vitamina D è stata correlata alla depressione e all’ansia nella FM, e l’integrazione di questa vitamina può migliorare la qualità della vita nei pazienti. Ricordiamoci che si parla di integrazione perché la vitamina D è difficilissima da acquisire con l’alimentazione.

 

Fibromialgia e magnesio

Diversi sintomi della FM, tra cui la debolezza muscolare e la parestesia, sono simili ai sintomi da carenza di Magnesio. La ipovitaminosi D contribuisce alla carenza di Magnesio che si riscontra nella FM. Tale carenza accompagna un’infiammazione sistemica cronica di basso grado, aumenta i livelli sostanze coinvolte nella segnalazione del dolore ed induce un lieve aumento di molecole pro-infiammatorie che accentuano i problemi di salute associati alla FM. La carenza di Magnesio è ulteriormente peggiorata dalla privazione cronica del sonno, tipica della FM. Anche le alterazioni dell’equilibrio ormonale possono in alcuni casi peggiorare la carenza di Magnesio. Ad esempio, la presenza di estrogeni aumenta l’utilizzo di Magnesio, il che potrebbe spiegare perché a numerose donne viene diagnosticata la FM dopo la menopausa, quando i livelli di estrogeni sono in calo.

Le caratteristiche della FM danno vita spesso ad un vero e proprio circolo vizioso nel metabolismo del magnesio. Ad esempio i disturbi del sonno tipici della patologia peggiorano i deficit di Magnesio (peri livelli ridotti di secrezione dell’ormone della crescita). A sua volta, poiché il Magnesio influenza il metabolismo dei carboidrati inducendo resistenza all’insulina e provocando diabete mellito di tipo 2, il quale sua volta può interrompere l’omeostasi del Magnesio.

 

Fibromialgia, specie reattive dell’ossigeno e antiossidanti

Negli ultimi anni, la teoria secondo cui lo stress ossidativo è implicato nella fisiopatologia della FM ha suscitato crescente interesse, soprattutto alla luce dell’evidenza dell’aumentata generazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) nei pazienti con FM. In particolare, è stato suggerito che lo stress ossidativo ha un ruolo nella patogenesi del dolore, in quanto i radicali liberi – il superossido in particolare- sono implicati nell’attivazione delle citochine pro-infiammatorie. Un’ipotesi interessante è che le specie reattive dell’ossigeno, inibendo la funzione mitocondriale, possano essere coinvolti nello sviluppo del dolore muscolare e dei sintomi del sistema nervoso centrale osservati nei pazienti FM. La compromessa funzione mitocondriale e la compromessa produzione dell’ATP nelle cellule muscolari e neurali, potrebbe portare al dolore cronico diffuso che caratterizza la FM.

 

In sintesi…

Il dolore ed i sintomi della fibromialgia possono migliorare con una dieta dieta a basso indice glicemico, a prevalenza vegetariana ed a basso contenuto di FODMAP. Cosa vuol dire, in soldi spicci?

  • Una dieta povera di zuccheri semplici (dolci, bevande zuccherate), di farine bianche (pane e pasta bianchi) e di tutti i cereali raffinati (privati delle fibre). 
  • Via libera ad alimenti integrali, frutta e verdura di tutti i colori, pesce azzurro, carni bianche e legumi, conditi con abbondanti spezie, come curcuma e zenzero, dalle innate proprietà antiossidanti
  • Ridurre “all’osso” anche carne rossa, cibi grassi e di origine animale ed eliminare il consumo di alimenti con additivi chimici, a favore di alimenti più naturali.